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Why Trust is not a Currency

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Since today, I’m starting to publish specific contents about alternative currencies on Dropis blog. Dropis is a project for the creation of a currency dedicated to the sharing economy (disclaimer: In case you don’t know yet, I’m in the Dropis team with communication and co-design duties).  You can check the original article in English here.

Follows a translation into Italian for Italian readers.

You should follow me on twitter here! And, if you liked the post, please tweet!

Da http://dropis.tumblr.com.

Perché non si può spendere il Trust come una vera e propria moneta

In un mondo che è scosso da una crisi sistemica, emergono nuovi modelli valoriali. In questo mondo, la moneta tradizionale non funziona più: è emessa con un interesse, è iper-controllata, è scarsa.

Giorno dopo giorno, ci rendiamo conto di quanto abbiamo bisogno di una nuova moneta: una che non sia altro che un linguaggio. Abbiamo bisogno di una moneta che aiuti tutti a condividere di più.

la cosiddetta economia della condivisione è infatti considerata da molti come la “next big thing” e sta crescendo vertiginosamente in tutto il mondo: la crisi monetaria e l’emergere di alternative non monetarie, la crisi dei consumi, la necessità di una cooperazione che trionfi sulla concorrenza.
Questi sono tutti elementi da considerare che hanno creato il terreno per il prosperare dell’economia della condivisione.

L’economia della condivisione soffre però di una cruciale limitazione, che al tempo stesso potrebbe essere considerata come il suo valore più grande: è fatta di molte comunità differenti (fatte di persone che condividono un motivo comune) piuttosto che di un blocco sociale intatto.

Collegare le comunità attraverso una valuta

Solo per dare alcuni esempi: i CouchSurfers condividono la passione nello scoprire il mondo attraverso le persone locali; gli utenti del carpooling condividono la necessità di viaggiare a costi più bassi e sostenibilmente.
È così facile capire come l’economia della condivisione sia della dimensione della tribù: fare in modo che le diverse tribù parlino, e interagiscano su scala globale, è la missione di Dropis.

Molti sostengono che la ragione unificante di tutte queste comunità sarà la reputazione e la fiducia, il Trust. In un recente post su Wired, Rachel Botsman (autrice del libro sul consumo collaborativo “What’s mine is yours”) dice:

“Frammenti di dati sul trust che fino ad ora hanno vissuto in isolamento saranno disponibili in un unico luogo. Le risposte su Quora, le recensioni su Tripadvisor, i commenti su Amazon, i feedback di Airbnb, i video pubblicati su YouTube, le presentazioni su SlideShare, costituiranno come un flusso in tempo reale della storia di chi ha fiducia in te, quando, dove e perché. L’intero pacchetto si riunirà in una sorta di bacheca della reputazione personale, dipingendo un quadro completo e definitivo delle tue intenzioni, capacità e valori.”

Si può senz’altro essere d’accordo sul fatto che is Trust e la reputazione online siano un credibile indicatore di credito sociale oggi; ciò di cui però non si può essere così convinti è che si possa utilizzarli come una moneta che diventa “spendibile”.

Juho, founder di Sharetribe, ha scritto pochi mesi fa questo interessante e condivisibile post che ognuno interessato all’argomento dovrebbe leggere. C’è un elenco incredibile di punti interrogativi che mostrano chiaramente come il Trust sia uno strumento che potrebbe non essere idoneo a facilitare la federazione e l’integrazione delle diverse comunità. Egli sottolinea anche il punto che a volte valori numerici arbitrari – come per esempio il Klout score – non hanno “alcun significato chiaro per la maggior parte delle persone”.

Mentre la fiducia e la reputazione sono concernenti la qualità dell’esperienza, ciò che influisce invece sulla disponibilità e sull’accesso, è la moneta. In altre parole, la moneta è l’attivatore dello scambio mentre la reputazione entra in gioco quando si sceglie. Se il denaro è troppo scarso, fidarsi non risolve il problema dell’accesso.

In termini un po’ più tecnici, la fiducia è un grande accumulatore di valore, mentre una moneta (Dropis in questo caso) dovrebbe essere solo un mezzo di scambio.

L’esigenza di una infrastruttura semplice per una moneta alternativa per la condivisione

Vi è quindi una ben definita necessità sociale oggi, di una valuta che sia:

  • progettata per consentire ogni scambio di valore utile facilmente
  • non miscibile con moneta tradizionale, per evitare la diluizione del valore tangibile apportato alla comunità
  • priva di complessità nel dare accesso immediato a coloro che desiderano avviarne la adozione (cosa successa raramente in passato con altri tentativi)

Una moneta semplice, potente e facile da integrare corredata da un sistema di credito e di pagamento. Ecco come stiamo costruendo Dropis.

La nostra infrastruttura di integrazione comprende bilanci, portafogli, e le operazioni e i componenti necessari per garantire che le economie generate all’interno di comunità specifiche esistenti possano essere interconnesse – parlando la stessa lingua – con il resto del mondo  della condivisione.

Se volete saperne di più su Dropis, o volete condividere la vostra opinione potete visitare il sito www.dropis.com.



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